La storia di Brazza risale al paleolitico. Lo sappiamo grazie alla grotta di Kopačina tra Supetar e Donji Humac dove gli archeologi hanno confermato presente umane. Nell’era del bronzo e del ferro gli Illiri che abitavano l’isola lasciarono numerose rovine (le migliosi sono Rat con Lozisca, Velo Gracisce a Selca e Kostilo vicino a Bol)
Molto probabilmente sono stati gli stessi Illiri a dare il nome all’isola. Il primo è chiamato “brentista Elaphusa” dal nome Illirico “brentos” che significa “cervo” (gli Illiri avevano il culto degli animali, le cui testimonianze sono ancora visibili sull’isola). Il nome attuale deriva dal nome Italiano di Brazza.
Con la fondazione della provincia dalmata romana, sull’isola non ci furono altri stabilimenti più grandi, ma la presenza dei romani è visibile ancora oggi: la villa Rustica, la cisterna, gli abbeveratoi per il bestiamo, le presse per l’olio e il vino, i sarcophagi, i resti del porto come quello di Spalato di Bol e la baia di Lovrecina.
Dal 13esimo secolo l’isola sviluppò l’amministrazione municipale con una sua propria organizzazione, servizi amministrativi e regolamenti. A capo del comune c’era il principe, che fu prima eletto tra i nobili e dal 1420 veniva spedito da Venezia.
Durante l’invasione turca, Brač è diventata il rifugio dell’intera comunità per scappare dagli attacchi turchi. Loro lasciarono molte tracce nell’isola, comprese le grotte Dragoon e le fortezze visibile tutt’oggi.
Dalla fine del 18esimo secolo fino ad oggi l’isola fu sotto i francesi, gli austro ungarici e l’impero Jugoslavo prima della creazione della Repubblica croata.